APPROVATO IL DDL SUI FALLIMENTI

APPROVATO IL DDL SUI FALLIMENTI

Pubblicato da Plinio Olivotto il giorno 15-11-2017   10:27:29
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E’ stato approvato in questi giorni il DDL sui fallimenti, la delega al governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza. La legge impatterà in maniera radicale le modalità attraverso le quali si arriva alla gestione della crisi d'impresa.
Anche da un punto di vista terminologico non si parlerà più di fallimento ma di liquidazione giudiziale. La figura centrale sarà sempre del Curatore il quale avrà poteri molto più ampi ed incompatibilità più stringenti.

Meccanismi di allerta per impedire alle crisi aziendali di diventare irreversibili e ampio spazio agli strumenti di composizione stragiudiziale per favorire le mediazioni fra debitori e creditori per gestire l'insolvenza.
Innanzitutto la logica della riforma è quella di prevenire la crisi mediante dei meccanismi di allerta e di cercare di salvare quanto più possibile il patrimonio imprenditoriale.
In tal senso è prevista una fase preventiva di allerta che potrà essere attivata dal debitore o d'ufficio dal tribunale su segnalazione - obbligatoria per fisco e Inps - dei creditori pubblici.
Nel primo caso (procedura su base volontaria), il debitore sarà assistito da un apposito organismo istituito presso le Camere di Commercio e avrà 6 mesi di tempo per raggiungere una soluzione concordata con i creditori; nel secondo caso (procedura d'ufficio), il giudice convocherà immediatamente, in via riservata e confidenziale, il debitore e affiderà a un esperto l'incarico di risolvere la crisi trovando un accordo entro sei mesi con i creditori. L'esito negativo della fase di allerta è pubblicato nel registro delle imprese.
L'imprenditore che attiva tempestivamente l'allerta o si avvale di altri istituti per la risoluzione concordata della crisi godrà di misure premiali (non punibilità dei delitti fallimentari se il danno patrimoniale è di speciale tenuità, attenuanti per gli altri reati e riduzione di interessi e sanzioni per debiti fiscali).
Per quanto riguarda le proposte, verrà data precedenza a quelle che tendono ad assicurare la continuità aziendale considerando la liquidazione giudiziale come soluzione estrema. Il giudice competente verrà individuato in base alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali, assegnando in particolare quelle relative alle grandi imprese al Tribunale delle Imprese a livello di distretto di corte d'appello.
Diverse le novità anche per quanto riguarda le procedure di concordato preventivo; in particolare per quello liquidatorio ammettendo anche quello che pone in liquidazione l’azienda se in grado di assicurare almeno il pagamento di almeno il 20% dei crediti chirografari.
Il Governo avrà a disposizione dodici mesi per attuare i decreti attuativi necessari a rendere operativa la riforma fallimentare il cui impianto normativo è in vigore dal 1942.