GAL TERRE AQUILANE-LOTTA DI POTERE

GAL TERRE AQUILANE-LOTTA DI POTERE

Pubblicato da Redazione Antenna 2 il giorno 19-09-2017   17:20:07
Class, liste nozze - Avezzano, Via Corradini, 163
 

Il presidente di Gal terre aquilane Antonii Carlini ha emesso la seguente nota: “In merito alle farneticanti dichiarazioni rilasciate alla stampa dai signori Rocco Di Micco e Augusto CICCHINELLI, per ristabilire la verità dei fatti, anche a nome di tutto il nuovo C.D.A. del GAL Terre Aquilane, mi trovo, ancora una volta, costretto a precisare quanto segue:
il C.d.A. da me presieduto è stato eletto in data 21 luglio 2017 da un’assemblea regolarmente convocata e con un quorum del 64,30% del capitale sociale.
Successivamente tale nomina è stata confermata, in data 28 agosto 2017,  dall’assemblea convocata dagli stessi soci (assemblea cui hanno partecipato i soci rappresentanti circa il 90% del capitale sociale).
Nel frattempo eravamo stati costretti a ricorrere alla Procura della Repubblica per far cessare l’occupazione abusiva dei locali ad opera del sig. Augusto Cicchinelli. L’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro delle scritture contabili ed ha posto fine alla condotta antigiuridica da parte del Cicchinelli.
Il ricorso presentato da Di Micco, Cicchinelli & Co.  contro l’assemblea che aveva eletto il C.d.A. da me presieduto è stato ritenuto inammissibile dal Tribunale delle Imprese di L’Aquila,  con provvedimento depositato in data 6 settembre 2017.
Di Micco Cicchinelli & Co si sono fatti beffa anche di questo provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ed hanno convocato (senza averne la legittimazione) un’assemblea dei soci per il primo settembre 2017;  in tale riunione (con un quorum del 28%...) hanno nominato un nuovo C.d.A. ed inviato gli atti alla Camera di Commercio per la registrazione.
Continuano quindi nella loro illegale condotta: non sanno (o fingono di non sapere… non sappiamo quale delle due ipotesi sia la peggiore) che per la validità delle assemblee della s.r.l. occorre un quorum partecipativo di almeno il 50% del capitale sociale. La presunta assemblea del 1 settembre 2017 quindi non solo non è stata regolarmente convocata, ma non poteva nemmeno costituirsi, avendo raggiunto la partecipazione del solo 28% del capitale sociale (sic !).
Non solo : in  quella assemblea senza alcun motivo valido quel ristretto manipolo di soci ha deciso di escludere dalla società altri due soci che rappresentano più della metà del capitale sociale (39% la Comunità Montana e 11,7% la SEGEMO);   soggetti che, cosa ancor più importante,  rappresentano la parte pubblica del partenariato GAL Terre Aquilane scarl.  
Qualora perdurasse la situazione di fatto delineata dalla scellerata iniziativa dei soci di minoranza il GAL sarebbe snaturato, rappresentando solo la parte privata del territorio marsicano;  non risponderebbe più alle caratteristiche delineate dalla normativa europea: l’attività dei GAL è disciplinata dal Regolamento CE n. 1698/2005 che all’art. 60 lettera b) ne impone la natura pubblico privata ed all’art. 62 ne declina i compiti, tra cui quello di sovrintendere alla corretta gestione dei fondi pubblici.  GAL è l’acronimo di gruppo di azione locale. Si tratta di una forma di partenariato nel quale partecipano enti pubblici territoriali e attori privati portatori di interessi economici, che collaborano per lo sviluppo dal basso secondo principi di eco sostenibilità.
Noi abbiamo sempre cercato di mantenere un profilo corretto, rispettoso della buona educazione, delle regole sociali e dei provvedimenti della Magistratura.
Di Micco, Cicchinelli  & Co dovrebbero forse farsi consigliare da qualche professionista per evitare  di continuare ad insultare ed a commettere atti contrari alle leggi.
Con il loro scriteriato comportamento stanno continuando a danneggiare l’immagine della società e sono solamente loro gli unici responsabili del ritardo nella stipula della convenzione con La Regione Abruzzo;  Ente che, siamo sicuri, non potrà riconoscere legittimazione ad un C.d.A. eletto dal 28% del capitale sociale in un’assemblea invalida.
La Regione Abruzzo non vorrà certo affidare la gestione di fondi pubblici a dei personaggi il cui comportamento potrebbe sembrare (a voler essere ottimisti)   quello di dilettanti allo sbaraglio.
Ancora oggi non si comprendono le reali ragioni che animano questi personaggi a violare così palesemente le norme statutarie, civilistiche e del codice penale, non volendo credere che tali ragioni risiedano nella tutela di interessi di natura strettamente personale.