Santa Croce - Diffide della società

Santa Croce - Diffide della società

Pubblicato da Redazione Antenna 2 il giorno 20-02-2017   17:02:17
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Con due distinte note di diffida, la società Santa Croce, proprietaria dello stabilimento di Canistro (L’Aquila) e dell’omonimo marchio di acqua minerale, ha intimato alla Regione di sbloccare due questioni sulle quali da mesi l’ente non si pronuncia “causando lo stallo dell’attività, il licenziamento dei lavoratori, ingenti danni all’impresa e anche all’erario e ai cittadini perché l’acqua finisce nel fiume”.

In una si reitera la richiesta di concedere la possibilità di captare acqua dalla sorgente Santa Croce Fiuggino, di cui la società dell’imprenditore molisano Camillo Colella detiene la concessione fino all’ottobre prossimo, non utilizzata finora perché, fino a qualche mese fa, era titolare della concessione della sorgente Sponga, che ha una portata superiore, alla quale sono stati messi i sigilli al culmine di un duro braccio di ferro tra le parti.

La Santa Croce ha chiesto più volte la riattivazione per riavviare la produzione e riassumere una decina di dipendenti dei 75 licenziati. La Regione ha rinviato il sopralluogo fissato per domani, 21 febbraio, al 28.

Nella seconda diffida, la società per azioni chiede la restituzione dei circa 8 milioni di litri di acqua imbottigliata e sei serbatoi di accumulo di acqua, bloccati nello stabilimento da un sequestro amministrativo risalente a inizio novembre, firmato da dirigente regionale del servizio Risorse del territorio e attività estrattive Iris Flacco, con la motivazione che quell’acqua era stata captata dopo la revoca della concessione. Anche in questo caso l’ente non risponde alle istanze di dissequestro.

In entrambi i casi, la Santa Croce accusa la Regione di commettere “atti illegittimi” e di “colpevole inerzia”, minacciando richieste di risarcimento milionarie.

Tutto questo in un clima reso molto teso dall’attesa del pronunciamento del Tar, che ha tenuto udienza l’8 febbraio, sul ricorso sempre della Santa Croce che chiede l’annullamento del nuovo bando indetto dalla Regione per assegnare in concessione la sorgente Sponga.

“Per riattivare la piccola sorgente, sulla quale abbiamo una regolare concessione, abbiamo dato seguito a tutti controlli e a tutte le prescrizioni della Regione - spiega Colella - Tuttavia i dirigenti, in testa la Flacco, appoggiati dal vice presidente, Giovanni Lolli, e dal sottosegretario Mario Mazzocca, trovano ogni volta cavilli per far passare il tempo e impedirci di ripartire”.

Secondo l’imprenditore, “non è un caso che il sopralluogo programmato con grave ritardo per domani sia stato rinviato di una settimana.
Per la Santa Croce è “intollerabile che il dirigente di un servizio regionale continui a trascurare l’emissione di atti dovuti” e a “eludere i propri doveri”. Le diffide sono state preparate dal legale Roberto Fasciani.